Che cosa centrano internet e smartphone con piante e animali? Che importanza ha dare un nome a una pianta? Siamo ancora capaci di stupirci davanti alla bellezza e alla variabilità delle natura? Attorno a queste domande, in apparenza disgiunte tra loro, ruota l’idea di questo documentario.
Nel 2007, il professor Pierluigi Nimis e il ricercatore Stefano Martellos del dipartimento scienze della vita dell’Università degli Studi di Trieste, iniziano a sviluppare nuovi strumenti informatizzati per l’identificazione di piante e animali. L’idea è di sostituire quelli che il prof. Nimis definisce “classici libri difficili” e fare in modo che scuole, cittadini ma anche enti di ricerca e di tutela ambientale siano in grado di riconoscere facilmente gli organismi che ci circondano, dando loro un nome, “il primo passo- secondo Nimis -per scoprire e comprendere la biodiversità”. E così in tre anni di lavoro del progetto Key to Nature, Nimis e Martellos riescono a integrare botanica e informatica, creando guide interattive online su centinaia di specie vegetali ma in particolare rendono possibile il riconoscimento delle piante sul posto attraverso gli smartphone.
Il successo del progetto Key to Nature è in realtà solo il punto di partenza. Dal 2011 al 2014 si è svolto il progetto triennale Siit (School-oriented Interactive Identification Tools) che ha coinvolto 11 partner per potenziare la conoscenza della biodiversità in un’area che si estende dalle coste dell’Adriatico orientale alla Slovenia Occidentale.